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Bergamo, il Milan e il riscaldamento globale

Testi Emma Gatti
Se c'è il riscaldamento globale, perché l'inverno è stato così freddo?

Le grandi idee spesso ricevono dell’opposizione violenta dalle menti mediocri.
Albert Einstein (1879-1955), fisico tedesco naturalizzato svizzero e statunitense, vincitore del premio Nobel per la fisica nel 1921.

Ogni anno appena scende il freddo c’è sempre qualcuno che twitta il suo pensiero in merito al riscaldamento globale. L’inverno del 2021 ha presentato una settimana di freddo intenso con temperature sotto lo zero e nessuno ricordava più cosa volesse dire il meno davanti al termometro; proprio per questo un po’ tutti nell’industria dell’avanspettacolo si sono sentiti in dovere di commentare. Uno fra tutti Vittorio Feltri, che si affida a Twitter per chiedere: “Il problema […] è che se fa un freddo cane non può fare caldo. Oggi a Bergamo, che non è in Russia , la temperatura è scesa sotto lo zero. Sempre per effetto del surriscaldamento?”.

Risponderemo alla spinosa domanda del perchè se fa freddo può anche far caldo prendendo ad esempio qualcosa su cui si trovano fonti ufficiali e affidabili: il Milan. 

È il 21 Aprile 2018. Il Milan perde in casa 0 a 1 contro il Benevento, l’ultima in classifica. Un pomeriggio imbarazzante che porta i tifosi a dichiarare la partita “Una targa vergognosa nella storia” e Gattuso a descriverla come “Una sciagura”. Il Benevento, che ha una retrocessione in B quasi assicurata, scende in campo carico come un carillon a molla, e dopo un inizio esplosivo al 29’ passa in vantaggio con un gol di Pietro Iemmello,  provando l’ebbrezza di umiliare una delle squadre più forti del mondo, a casa sua per giunta. Ora, quel singolo evento ha cambiato il risultato del campionato? Certo che no. Il Milan chiude la – brutta – stagione con 72 punti, qualificandosi – dopo polemiche e ricorsi – per l’Europa League, mentre il Benevento chiude a 21 punti e retrocede inesorabilmente in B. Quella singola vincita non cambiò il fatto che il Benevento fosse molto indietro rispetto al Milan, e di sicuro quel gol non cambiò di molto la classifica generale. 

La stessa cosa vale per il clima e il meteo. Il clima è il trend generale delle temperature lungo l’arco degli anni, dei secoli e dei millenni. Esattamente come la classifica generale di seria A ti dice come sta andando una squadra rispetto alle altre, il clima ti dice se anno dopo anno, secolo dopo secolo, ci stiamo scaldando o raffreddando rispetto agli anni e secoli precedenti. Il meteo invece è quello che ci capita tutti i giorni, che varia di ora in ora, è la singola partita, mentre la tempesta invernale è il gol solitario del Benevento. Ma come quel gol non indicava che il Benevento avrebbe vinto il campionato, la singola tempesta siberiana, la nevicata improvvisa, il freddo eccezionale, non indicano la direzione generale nella quale si sta andando. È il trend che conta. 

E i trend indicano che i gas serra (anidride carbonica, metano, ossido di diazoto) aumentano da decenni, e con essi la temperatura. I motivi principali per cui la Terra ha una temperatura mite -né troppo fredda né troppo calda- sono da un lato i gas serra, che intrappolano il calore nell’atmosfera, e dall’altro una serie di meccanismi naturali che si occupano di rimuovere e riciclare la CO2 atmosferica in eccesso.

Quantità media di CO2 atmosferica misurata dall’osservatorio del Mauna Loa, nelle Hawaii, dal 1960 fino ad oggi. Fonte: https://www.esrl.noaa.gov/gmd/ccgg/trends/


Senza abbastanza gas serra la Terra sarebbe più simile a Marte come temperatura, più fredda e inospitale. Ma con troppi gas serra saremmo come Venere, decisamente troppo caldi. Il problema è che ormai produciamo più CO2 di quella che il nostro sistema riesce naturalmente ad assorbire. 

Le prove accumulate sull’aumento di CO2 atmosferica, e in generale di gas serra, sono al di là di ogni ragionevole dubbio. Potete controllare i valori giornalieri in aumento sul sito della NASA o su quello del NOAA, per citarne due dei più autorevoli. 

E giusto per essere precisi su questo aspetto, l’emissione di gas serra in eccesso, e in particolare di CO2, è dovuta principalmente all’azione dell’essere umano. Per citare il NASA Global Climate Change ProgramNegli ultimi 170 anni, le attività umane hanno aumentato le concentrazioni di CO2 del 47% rispetto alle concentrazioni dell’epoca pre-industriale nel 1850. Questo aumento è più dell’aumento naturale di CO2 occorso negli ultimi 20,000 anni (dall’ultima glaciazione fino al 1850 la CO2 è aumentata da 185 a 280 parti per milione, mentre dal 1850 a oggi siamo passati da 280 a 415)”. 

Per concludere e rimarcare il perchè se fa freddo può anche far caldo, vi mostriamo un grafico aggiornato dell’aumento di temperatura globale dal 1880 al 2021. Le temperature annuali medie (i pallini grigi) salgono e scendono (le singole partite, il Benevento che vince contro il Milan), ma il trend complessivo (la linea nera) sale inesorabilmente (più o meno inesorabilmente quanto il Benevento che scende in serie B).

Aumento di temperatura globale (espressa come anomalia in gradi) dal 1880 a oggi. Nota: l’anomalia di temperatura è la differenza tra la temperatura globale stimata e una media delle temperature globali tra il 1951 to 1980. Fonte: https://climate.nasa.gov/vital-signs/global-temperature/ 


Fonti:

La letteratura sul cambiamento climatico è enorme. Il suggerimento è, prima di inserirsi a gamba tesa in dibattito socio-politico di gigantesche proporzioni e conseguenze, di imparare le sue basi scientifiche. Se volete un’infarinatura per capire come le molecole di CO2 (e in generale tutti i gas serra) creano quell’effetto di coperta termica attorno alla Terra suggeriamo questo video (breve e molto carino) di Minute Earth. Se invece vi piacerebbe avere una visione più fisica e meno geologica di come funziona l’effetto serra, ci è piaciuto molto questo TED video (un po’ psichedelico e complesso però). Altrimenti, per capire la complessità del ciclo geologico del carbonio, e del perché la Terra non è Venere, suggeriamo questa bellissima videolezione di Daniel Schrag, professore di climatologia e ingegneria ambientale ad Harvard e uno dei maggiori studiosi dei meccanismi geochimici che regolano il delicato equilibrio tra CO2 e pianeta Terra. Se invece volete passare direttamente ai fatti e sapere quali sono le prove reali del riscaldamento climatico (aumento monitorato delle temperature, riscaldamento altrettanto monitorato degli oceani, riduzione dei ghiacciai, aumento del livello del mare, diminuzione delle calotte polari, acidificazione degli oceani) allora fatevi ispirare dal portale della NASA sul global climate change, che riassume tutte le evidenze più solide in merito. 


Over The Pop

Al Gore- An inconvenient Truth | Non il migliore, ma sicuramente il più famoso documentario sul cambiamento climatico. Ha avuto il merito di portare sui grandi schermi il problema prima che se ne iniziasse a parlare ovunque. C’è anche un -discutibile- sequel, An Inconvenient Sequel, uscito nel 2017. 

Fridays For Future | Se siete under 20 questo è il posto per iniziare a sentirsi parte del movimento globale fondato da Greta Thunberg. 

It’s freezing in LA | Un magazine underground e indipendente incentrato esclusivamente sui cambiamenti climatici. Completamente green ed esteticamente bellissimo.

Snowpiercer | Fumetto, film e serie di Netflix in cui si immagina un cambiamento climatico opposto, ovvero una terra completamente ghiacciata, e si discute -senza troppe metafore- di come questo cambiamento potrebbe introdurre un nuovo ordine sociale di ricchi e poveri. La serie è più bella del film, anche se nemmeno la serie ci ha spiegato perché la soluzione sia un treno che gira intorno alla terra senza sosta – ma non facciamo troppo i pignoli.


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EMMA GATTI è una scienziata con una laurea in geologia presso l’Università degli Studi di Milano – Bicocca, un dottorato in geochimica presso l’Università di Cambridge, e sei anni di esperienza da ricercatrice presso il NASA Jet Propulsion Laboratory e il California Institute of Technology di Pasadena. Dopo 12 anni all’estero è tornata a Milano e ha co-fondato Monnalisa Bytes, di cui è anche scrittrice e science editor. Le piacciono i fumetti, i gatti neri e i messaggi vocali.