MONNALISA BYTES

Science Storytelling

4′ 37″

Vaccini

Testi Emma Gatti
Dal vaiolo alla Covid-19: una breve storia della vaccinazione

Non far si che la tua mente si tinga di uno scetticismo sterile.
Louis Pasteur (1822-1895) biologo e microbiologo francese, inventore della pastorizzazione, della fermentazione e scopritore dei principi della vaccinazione.

Le basi

Per vaccino si intende una qualsiasi preparazione non nociva, che ha come scopo quello di indurre una risposta immunitaria, mediante la produzione di anticorpi specifici contro una determinata patologia.  Le preparazioni possono essere diverse, ma hanno tutte lo stesso obiettivo: “educare” il nostro corpo a combattere delle specifiche malattie.

Mentre i vaccini classici si basano sull’inserimento di un frammento del patogeno, i vaccini genetici (a base DNA o RNA) utilizzano parte del codice genetico del virus per stimolare una risposta nel sistema immunitario. In altre parole, è come se venissero iniettate, anziché il patogeno, le istruzioni per costruire il patogeno nella cellula ospite. La risposta comunque non cambia.

Già che ci siamo: DNA sta per acido desossiribonucleico, e RNA sta per acido ribonucleico. Nell’organismo umano il DNA si presenta sotto forma  di doppia elica, e il suo ruolo è quello di replicare e conservare informazioni genetiche. Quindi è il nostro archivio, il nostro hardware. Invece l’RNA, di elica ne ha una sola,  e converte le informazioni del DNA in un formato per costruire proteine (software). NOTA: la genetica umana è diversa da quella di un virus. Il coronavirus è un virus a RNA, non esiste il DNA, e le informazioni genetiche sono contenute solo lì. 

Lo sviluppo di un vaccino consiste in tre parti: ricerca (chiamata anche fase pre-clinica), test clinici e manifattura. In circostanze regolari questo processo può impiegare fino a 20 anni, ma durante una pandemia la ricerca si attrezza per ridurre i tempi. Come? La parte pre-clinica ha come obiettivo quello di trovare un modo per introdurre il virus nell’organismo ospite e stimolare la risposta immunitaria. Ci sono molti modi per farlo, e in generale il design più efficace è anche quello più lento da produrre. I vaccini tradizionali, come quello del vaiolo o della varicella, sono creati inserendo nell’organismo una versione “attenuata” del patogeno. Sono quelli che generano una protezione più lunga, ma devono essere prodotti coltivando il virus in vitro per anni. Un’altro modo per costruire un vaccino è quello di usare un patogeno inattivo, ovvero un patogeno che è stato scaldato, o messo nell’acido per indebolirlo. Questo è un metodo più veloce. Poi ci sono i vaccini che immettono un frammento della proteina virale, anche loro possono essere creati velocemente. Ci sono molti design di vaccini, e ognuno ha i suoi pro e i suoi contro, e il modo migliore che ha la ricerca per muoversi velocemente è quella di coordinare più laboratori, e far si che ogni laboratorio testi un design diverso. Una strategia del genere produsse il vaccino per la Zika in 7 mesi (quindi no, quello contro il Covid non è il primo vaccino prodotto velocemente). 

I test clinici contengono 3 fasi (le famose Fase I, Fase II a Fase III nominate tanto spesso in tv). La Fase 1 testa la risposta del sistema immunitario e cerca di capire se il vaccino è efficace. La Fase 2 è quella che cerca di capire la dose giusta e il modo di confezionarla. La Fase 3 è quella che determina la sicurezza del vaccino e i suoi effetti collaterali.  In circostanze estreme le tre fasi, anziché essere fatte in periodi successivi, possono essere eseguite allo stesso tempo in un’unica fase. Tutte e tre le fasi devono comunque essere eseguite, e nessun vaccino arriva alla fase commerciale senza aver passato le tre fasi di test clinici. Se il vaccino passa la Fase III un ente nazionale (l’EMA in Europa, la FDA in USA, l’MHRA in UK) ne approva la produzione su larga scala e distribuzione. 

Comunque tutto è riassunto splendidamente in questo TED video.


I dati

Al momento (il 7 gennaio 2021) esistono 172 vaccini in fase pre-clinica e 63 in fase clinica. Di questi, 15 sono in Fase III di sperimentazione, e 3 sono stati approvati sul mercato (lo Pfizer-BioNTech, tedesco e americano, il Moderna, statunitense, e l’Oxford-AstraZeneca, inglese). Tutti i vaccini approvati si somministrano via iniezione (questo lo dico per quelli che, come me e mio padre, hanno paura delle siringhe e speravano in un vaccino da spalmare al sapore di salsiccia).  

Pfizer-BioNTech

(Lo Pfizer è l’unico al momento approvato dall’organizzazione mondiale della sanità): 

EFFICACIA: 95%
DOSI: 2 dosi, a 3 settimane di distanza 
TIPO DI VACCINO: mRNA
CONSERVAZIONE: in freezer a –70°C

Moderna

(L’EMA -European Medical Agency- ha approvato -al momento in cui scriviamo, il 7 gennaio 2021, il vaccino Moderna per la distribuzione in EU): 

EFFICACIA: 94.5%
DOSI: 2 dosi, a 4 settimane di distanza 
TIPO DI VACCINO: mRNA
CONSERVAZIONE: 30 giorni nel frigorifero, e 6 mesi al massimo in freezer a –20°C

Oxford-AstraZeneca

(al momento approvato in UK, Argentina e India): 

EFFICACIA: Fino al 90%
DOSI: 2 dosi, a 4 settimane di distanza 
TIPO DI VACCINO: vettore virale (inserisce un frammento genetico di Coronavirus dentro dell’adenovirus, un comune virus del raffreddore)
CONSERVAZIONE: nel frigo per almeno 6 mesi

3 persone su 1.3 milioni hanno avuto una reazione allergica in UK, 21 in America (su 1.9 milioni di vaccinati), classificando la reazione anafilattica come “estremamente rara”

Ad oggi 260 mila persone sono state vaccinate in Italia.

Israele, con un tasso di 19.5 vaccinazioni ogni 100 persone, è la nazione più avanti di tutti nella campagna vaccinale (Italia = 0.68, UK = 1.91, USA = 1.79). 

Visto che la letteratura è gigantesca su questo argomento, vi metto qui i link che ho utilizzato per questo lavoro, così ve li potete andare a cercare anche voi:


Over The Pop

Balle Mortali – di Roberto Burioni | Roberto Burioni o lo si odia o lo si ama, il suo fare un po’ scorbutico può non piacere a tutti. Resta comunque uno scienziato e un medico serissimo, e in questo libro ci mostra i pericoli di non affidarsi al metodo scientifico, con una carrellata di esempi travolgenti che mostrano come possa essere pericoloso non utilizzare la medicina quando serve.

The Economist Docuseries | Now & Next è la serie di documentari e film dell’Economist dedicati all’era moderna. In questo documentario parlano dei vaccini, e del perchè si è creata questa bolla di inconsapevole sfiducia attorno a loro. Solo 24 minuti, ma molto coinvolgente (stampo prettamente giornalistico però). 

Dentro la mente di Bill Gates | Per qualche motivo per me ancora insondabile, a un certo punto quel caos entropico che è la rete ha partorito questa idea che Bill Gates faccia parte di un complotto intergovernativo per vendere vaccini che controllano la mente, uccidere tutti, schiavizzare l’umanità e soggiogarci alla Cina (dipende da che fonti decidete di leggere, sicuramente non le ho citate tutte). Gli articoli contro di lui si sprecano, purtroppo anche sulla stampa ufficiale, e vanno dal clinicamente preoccupante a quello vagamente invidioso/polemico. Noi vi proponiamo questa mini serie di Netflix sull’uomo e il suo pensiero, e della sua idea di sviluppo di una rete medicina integrata che unisce biologia, genetica, ingegneria e tech.


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EMMA GATTI è una scienziata con una laurea in geologia presso l’Università degli Studi di Milano – Bicocca, un dottorato in geochimica presso l’Università di Cambridge, e sei anni di esperienza da ricercatrice presso il NASA Jet Propulsion Laboratory e il California Institute of Technology di Pasadena. Dopo 12 anni all’estero è tornata a Milano e ha co-fondato Monnalisa Bytes, di cui è anche scrittrice e science editor. Le piacciono i fumetti, i gatti neri e i messaggi vocali.